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9 gen 2015

Dipendenza da Alcol

Aggiornamento di ricerca clinica

ALCOLISMO

Fattori di rischio per l'alcolismo

Queste due ricerche studiano i fattori di rischio familiare per l'alcolismo
indagando quanto siano mediati dall'ereditarietà o da caratteristiche di
personalità.
Bassa responsività all'alcool e rischio familiare

Schuckit (1998) afferma che una bassa risposta agli effetti dell'alcool,
legata a fattori genetici potrebbe contribuire all'assunzione di eccessive
quantità di alcool, e dunque alla tolleranza e alla dipendenza dallo stesso.
L'autore ha esaminato un campione di 453 giovani uomini, studiando la loro
risposta all'alcool durante varie sfide basate sull'assunzione di alcool, all'età
di 20 anni, 10 anni dopo, e ancora dopo 15 anni. Il campione comprendeva
figli di alcolisti e soggetti del gruppo di controllo senza genitori alcolisti. I
partecipanti sono stati studiati anche in relazione a diverse variabili, quali
variabili demografiche, quantità e frequenza del bere, e abuso di sostanze.
Effettivamente i partecipanti con una storia familiare di alcolismo,
mostravano durante le "gare" una minore responsività all'alcool, intesa sia
come percezione soggettiva dell'intossicazione che come modificazione del
cortisolo rispetto al gruppo di controllo con stessa concentrazione di alcool
nel sangue.
A 10 anni di distanza il 43% dei figli di alcolisti, rispetto al 17% del
gruppo di controllo, aveva manifestato una storia di abuso e dipendenza 214 D. Ceridono, D.Botta, M. Finistauri
dall'alcool. Non c'era alcuna differenza invece sulla percentuale di disturbi
mentali o abusi di altre sostanze. Nel follow-up a 15 anni di distanza condotto
su 127 soggetti, il basso livello di responsività all'alcool rilevato inizialmente
continuava ad essere predittivo per l'abuso dello stesso.

Rischio familiare e disturbi di personalità

Alterman e al. (1998) hanno esaminato la percentuale di disturbi di
personalità (PDs) in tre gruppi di rischio rispetto all'alcolismo.
Specificatamente sono stati studiati 396 soggetti divisi in tre gruppi con
diverso livello di rischio: 1) alto rischio: soggetti con padri biologici, e altri
famigliari con una storia di alcoolismo; 2) medio-rischio: soggetti con solo il
padre biologico alcolista, ma con nessun altro famigliare, e 3) un gruppo a
basso rischio con storie di alcoolismo soltanto in persone al secondo o terzo
grado di parentela. Dai risultati è emerso che il gruppo ad alto rischio
consumava quantità maggiori di alcol rispetto agli altri due e maggiore
probabilità di incontrare i criteri di diagnosi di disturbo di personalità. Il
secondo gruppo, a medio rischio, aveva una percentuale maggiore di PDs del
terzo gruppo, ma i soggetti non assumevano maggiori quantità di alcool. Il
fattore di rischio risultava quindi maggiormente in relazione al consumo di
alcool che ai PDs. Rispetto alle singole diagnosi laddove questa era di
Disturbo Antisociale l'impatto sul consumo di alcool era 4 volte maggiore nei
soggetti del gruppo a basso rischio familiare, rispetto a quelli del gruppo ad
alto rischio familiare.
Questi studi sottolineano l'importanza della familiarità nell'alcoolismo ma
anche l'incidenza di altri fattori di rischio quali la comorbilità con disturbi di
personalità.

Psicologia Psicoterapia e Salute, Vol. 6, No. 2, 213-.243.
A cura di
Davide Ceridono, Daniela Botta,
Mirella Finistauri
IFREP
Alterman, A. I., Bedrick, J., Cacciola, J. S., Rutherford, M., Searles, J. S.,
Cook, T. G, (1998). Personality pathology and drinking in young men at
high and low familiar risk for alcoholism. Journal of Studies on Alcohol,
59, 495-502.
Schuckit, M. A. (1998). Biological, psychological and enviromental
predictors of the alcoholism risk: a longitudinal study. Journal of studies
on Alcohol, 59, 485-494.

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