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11 dic 2016

Teoria Cognitiva dei disturbi di personalità

La terapia cognitiva è un approccio psicoterapeutico attivo e centrato sul problema basato sulla comprensione simultanea del ruolo del pensiero,del sentimento e del comportamento nella psicopatologia,Lenzenweger, Clarkin (2006). Per usarla con i disturbi di personalità è necessario modificare la terapia “standard”. L’orientamento filosofico è fenomenologico. Le risposte emozionali e comportamentali agli eventi sono modellate dalle percezioni individuali e dall’interpretazione delle situazioni.
Le manifestazioni psicopatologiche sono il risultato di errori sistematici e di una percezione e interpretazione degli eventi distorta e travisata. Tali fattori cognitivi si manifestano con risposte disfunzionali agli eventi che, a loro volta, possono contribuire a cristallizzare nel tempo gli aspetti disfunzionali della sfera cognitiva.
Sulla base dell’empirismo collaborativo, il terapeuta cognitivo lavora con il paziente per raccogliere informazioni dettagliate riguardanti pensieri, sentimenti e comportamenti specifici che si verificano in situazioni problematiche.
Per pianificare l’intervento sono importanti l’osservazione diretta e gli esperimenti comportamentali al fine di verificare la fondatezza dei pensieri automatici e delle convinzioni disfunzionali e per individuare strategie più adattive.
Il terapeuta per essere efficace deve sia comprendere l’esperienza individuale soggettiva sia percepire accuratamente la realtà oggettiva.
Il termine “elaborazione cognitiva”si riferisce a tutto ciò di cui il paziente non è pienamente consapevole, al di là dei pensieri verbalizzati, è sinonimo di elaborazione dell’informazione.
La terapia cognitiva ha sempre privilegiato l’uso di un linguaggio comune non tecnico e  l’intervento concreto rispetto alla teoria astratta. L’enfasi è sul “qui ed ora”. Questo non vuol dire che il terapeuta cognitivo ignora il passato del paziente, se questo contribuisce a una maggiore comprensione del caso e della modificazione dei fattori che perpetuano.
La terapia cognitiva è un approccio integrato. Le tre principali correnti di pensiero che hanno dato il loro contributo sono: l’approccio fenomenologico, la psicologia psicodinamica del profondo e la psicologia cognitiva, (Lenzenweger, Clarkin, 2006). La pratica clinica è stata anche fortemente influenzata dalla terapia centrata sul cliente e dagli attuali approcci cognitivi e cognitivo-comportamentali.
La formazione di base e l’orientamento terapeutico di Beck sono stati di tipo psicodinamico. Egli analizzò i pensieri e i sogni dei depressi trovando non una rabbia rivolta contro se stessi, come affermava Freud, ma un’ideazione centrata su tematiche di rovina, perdita e disperazione,(BECK A. T.,1976),. Tentò quindi di modificare i processi cognitivi correggendo le distorsioni cognitive e alleviando così lo stato di depressione.
Negli stessi anni Ellis, (ELLIS A.,1962), elaborò la terapia razionale-emotiva, influenzandosi reciprocamente.
Anche la “rivoluzione cognitiva” della terapia comportamentale influenzò la terapia cognitiva: la teoria dell’apprendimento sociale di Bandura e gli studi di Mahoney sulla mediazione cognitiva dell’apprendimento umano.
Il risultato è un approccio integrato che mette in rilievo l’importanza della comprensione dell’esperienza soggettiva, dell’accurata osservazione della realtà oggettiva e della risposta individuale a essa, e del valutare la discrepanza tra esperienza soggettiva e realtà oggettiva.


Bibliografia

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